domenica 6 novembre 2011

Itinerari gastronomici - Campania - Gateau di patate

Dosi per 4-6 persone
1 kg di patate non farinose
70 g di burro
4 cucchiai di Parmigiano Reggiano
grattugiato
2 uova intere
70 g di salame napoletano
una manciata di foglie di prezzemolo
latte se necessario
150 g di mozzarella
70 g di provola
pangrattato, sale, pepe

Accendete il forno con il termostato a 200°C. Lavate e strofinate le patate sotto l'acqua e lessatele con la buccia, in pentola a pressione, calcolando 15-20 minuti dal sibilo.
Nel frattempo tagliate a pezzettini il salame, a fettine la mozzarella e la provola e tritate il prezzemolo lavato e asciugato.
Appena cotte, sbucciate le patate e passatele subito nel passaverdure utilizzando il disco a fori più piccoli e facendo cadere il ricavato direttamente in una capace terrina. Amalgamatevi 50 g di burro, il salame, il formaggio grattugiato, il prezzemolo e le uova, uno per volta, rimescolando energicamente. Se il composto fosse troppo sodo, aggiungete un poco di latte; salate e pepate.
Imburrate uno stampo alto o una pirofila di 20 centimetri di diametro, cospargetelo di pangrattato e togliete l'eccedenza, capovolgendolo.
Disponete sul fondo metà del composto preparato, distribuite le fettine di mozzarella e provola e ricoprite con il composto rimanente, livellandolo in superficie. Spolverizzate di pangrattato e infiocchettate con il burro avanzato.
Infornate il gatto' per circa mezz'ora finché la superficie sarà dorata. Lasciatelo riposare, fuori dal forno, per un buon quarto d'ora prima di sfornarlo e servirlo a tavola; si puo' gustare anche freddo e volendo si puo' decorare la superficie con listerelle di provola e di salame e con una spolverizzata di prezzemolo.

Se cuocete il gatto' di patate in una pirofila da forno, potete servirlo nel recipiente di cottura, senza capovolgerlo.

Vedi Napoli e poi... gusta i suoi dolci!

Di Napoli o su Napoli si è scritto molto. I suoi quartieri, il suo folklore, i suoi personaggi, la sua storia, tutto, ma proprio tutto, è stato passato al setaccio. Eppure è sufficiente approfondire un argomento per scoprire sempre qualcosa di nuovo e di interessante che riguarda questa bellissima città.
Il tema "pasticceria", ad esempio, ci rivela un vero e proprio patrimonio di cultura gastronomica, una ricchezza incredibile di tentazioni dolcissime.
La tradizione pasticcera napoletana affonda le sue radici in tempi lontani, ed è nata dalla creatività delle suore dei monasteri, dei cuochi celebrati della nobiltà e dell'inventiva dei ceti meno abbienti. Parlarne esaurientemente in poche righe è impossibile; lo spazio è appena sufficiente per ricordare le semplici, buonissime zeppole, preparate per la ricorrenza di San Giuseppe (farcite di golosa crema). i roccocò, i quaresimali, i mustaccioli, le pinolate, la cassata, gli struffoli (immancabili sulle mense di Natale), il croccante, la zuppa inglese, il babà, il casatiello, la celeberrima pastiera, e infine le incomparabili sfogliatelle (un capolavoro d'arte pasticcera). 
Naturalmente, accanto a questi capisaldi, sono sempre presenti le paste e i dolci d'ogni tipo, forma e sapore creati giornalmente dalla fantasia inesauribile dei pasticcieri, per confondere e smarrire anche il più navigato dei golosi.

Le sfogliatelle, quali sono gli ingredienti e come si preparano. 
400 g di farina
250 g di strutto
150 g di ricotta
150 g di semolino
un uovo
150 g di zucchero al velo
100 g di frutta candita mista
a cubetti
cannella in polvere, sale

Mettete sulla spianatoia, a fontana, 300 g di farina con un pizzico di sale. Al centro sistemate 100 g di strutto, quindi impastate aggiungendo acqua quanto basta per avere una pasta consistente. Lavoratela per 10 minuti, poi fatene una palla, avvolgetela in un panno e mettetela al fresco per un'ora. Fate cuocere il semolino in un quarto di litro di acqua salata per 6-7 minuti. Setacciate la ricotta facendola cadere in una terrina, quindi aggiungete il semolino, 100 g di zucchero al velo, la frutta candita e un pizzico di cannella. Mescolate bene e mettete in frigo. Fate sciogliere a fuoco molto basso lo strutto rimasto, quindi riprendete la pasta e, con il matterello, stendetela sulla spianatoia leggermente infarinata in un rettangolo molto sottile dal quale ricaverete 4 strisce lunghe circa 65 cm e alte circa 10 cm. Spennellate con lo strutto sciolto una striscia di pasta, poi sovrapponetevi una seconda striscia, facendo combaciare bene i bordi, ungete anche questa e appoggiatevene sopra una terza, ungete e terminate con l'ultima striscia, pure unta. Lasciate riposare per circa 30 minuti. Dopodiché arrotolate le strisce su se stesse, badando a far combaciare i bordi: alla fine avrete un rotolo del diametro di circa 14 cm. Con un coltello affilato ricavatene 12 fette che stenderete delicatamente con un matterello fino a formare degli ovali. Infarinate la spianatoia, stendetevi gli ovali di pasta su cui distribuirete il composto preparato, quindi bagnatene i bordi con l'uovo sbattuto e ripiegate la pasta premendola leggermente lungo il contorno perché non si apra durante la cottura. Sistemate le sfogliatelle su teglie da forno unte di strutto e infarinate. Spennelatene la superficie con lo strutto tiepido e mettetele in forno caldo a 220° per 15 minuti, poi ungetele ancora senza muoverle e cuocetele per altri 20 minuti a 190°. Ungetele ancora, abbassate il forno a 160° e lasciatevele per 7 minuti. A cottura ultimata spolverizzatele di zucchero al velo.


Cioccolata calda

Ingredienti:
1/2 litro di latte
cioccolato fondente al 70%
100 g di zucchero
50 g di fecola di patate
10 g di panna montata

Tagliate a pezzettini il cioccolato, mettete a scaldare meno della metà del latte, non appena sarà abbastanza tiepido aggiungete il cioccolato e lo zucchero mescolando DI CONTINUO, quindi aggiungete pian piano il restante latte e continuate, a fuoco moderato, a mescolare ed amalgamare il tutto in modo che non si formino grumi. Aggiungete la fecola di patate e mescolate ancora di continuo fino ad ottenere la densità desiderata..infine,   aggiungete la panna montata e servite subito.
Il segreto affinché l'aroma del cioccolato rimanga intatto, è quello di non farlo mai bollire.